Trasferimento del TFR alla previdenza complementare: tutti i vantaggi per la tua azienda

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Perché scegliere il trasferimento del TFR alla previdenza complementare conviene davvero

Gestire in modo strategico il trattamento di fine rapporto può aiutarti a ridurre significativamente i costi legati al lavoro dipendente. Il trasferimento del TFR alla previdenza complementare non è solo una scelta vantaggiosa per i lavoratori, ma rappresenta anche un’opportunità concreta per le aziende che vogliono alleggerire il carico fiscale e contributivo, migliorando la sostenibilità del proprio bilancio.

Generali Varese Insubria ti affianca in tutte le valutazioni legate alla gestione del TFR, aiutandoti a comprendere i vantaggi reali che derivano dal conferimento al fondo pensione. Se hai meno di 50 dipendenti, puoi beneficiare di importanti deduzioni fiscali, evitare la rivalutazione obbligatoria del TFR mantenuto in azienda e risparmiare sugli oneri previdenziali. Anche piccole realtà possono ottenere un risparmio complessivo superiore ai 2.400 euro annui. Una scelta intelligente, che unisce efficienza, sostenibilità e visione a lungo termine.

Come funziona il trasferimento del TFR alla previdenza complementare

Quando scegli il trasferimento del TFR alla previdenza complementare, decidi di non lasciare il trattamento di fine rapporto maturato all’interno dell’azienda, ma di destinarlo a un fondo pensione integrativo a favore del dipendente. Questa opzione può essere esercitata dal lavoratore entro sei mesi dall’assunzione, oppure, se previsto, attraverso una scelta collettiva aziendale. A partire da quel momento, il TFR maturando viene accantonato nel fondo anziché restare tra le passività del bilancio aziendale.

Il funzionamento è semplice: ogni mese, l’azienda versa direttamente nel fondo previdenziale la quota di TFR maturata dal dipendente. In questo modo, il capitale inizia a generare rendimenti secondo la linea di investimento scelta dal lavoratore. Parallelamente, l’azienda ottiene una riduzione dei costi legati alla gestione interna del TFR, che normalmente prevede obblighi di rivalutazione e accantonamenti costanti.

Affidarsi alla previdenza complementare non implica solo benefici per chi andrà in pensione, ma crea un vantaggio concreto anche per chi gestisce l’impresa. Non sei più obbligato a garantire un tasso minimo di rivalutazione né a sostenere i costi indiretti previsti dalla normativa sul trattamento di fine rapporto. Il passaggio al fondo pensione alleggerisce la gestione amministrativa e libera risorse finanziarie che puoi destinare ad altre attività strategiche per la tua impresa. Il trasferimento del TFR alla previdenza complementare è una scelta che va valutata con attenzione, ma che in molti casi porta benefici tangibili già nel primo anno.

Perché il trasferimento del TFR alla previdenza complementare ti fa risparmiare

Se decidi di optare per il trasferimento del TFR alla previdenza complementare, puoi ridurre in modo diretto alcune delle voci di costo più ricorrenti nella gestione del personale. Il risparmio deriva da diversi meccanismi compensativi previsti dalla normativa, che alleggeriscono il carico contributivo e limitano gli obblighi di rivalutazione.

Il primo vantaggio riguarda il versamento allo 0,20% della retribuzione annua lorda per il Fondo di Garanzia INPS, obbligatorio per i dipendenti che mantengono il TFR in azienda. Se il TFR viene invece trasferito al fondo pensione, questo onere non è più dovuto. A questo si aggiunge l’eliminazione della rivalutazione obbligatoria dell’importo accantonato, che prevede un tasso fisso dell’1,5% annuo più il 75% dell’inflazione rilevata dall’indice ISTAT.

Un ulteriore beneficio riguarda la riduzione degli oneri sociali: grazie al trasferimento, puoi ottenere una decurtazione dello 0,28% sulle retribuzioni lorde, che contribuisce ad abbassare i costi complessivi del lavoro. Anche se ogni singola voce può sembrare modesta, la somma complessiva dei risparmi diventa rilevante, soprattutto nel lungo periodo.

Scegliere di trasferire il TFR alla previdenza complementare ti permette di rendere la tua azienda più snella dal punto di vista finanziario, migliorando il controllo sui flussi di cassa. Si tratta di un’azione concreta per ottimizzare il bilancio aziendale senza intaccare i diritti dei lavoratori.

Vantaggi fiscali del trasferimento del TFR alla previdenza complementare

Il trasferimento del TFR alla previdenza complementare non comporta solo un risparmio sui costi contributivi, ma offre anche vantaggi fiscali rilevanti per la tua impresa. Se gestisci un’azienda con meno di 50 dipendenti, hai diritto a una deduzione fiscale pari al 6% dell’importo del TFR conferito al fondo pensione. Questa deduzione riduce il reddito imponibile, abbassando l’ammontare delle imposte da versare.

Nel caso delle società di capitali, che sono soggette a un’aliquota IRES del 27,5%, la deduzione del 6% si traduce in un risparmio concreto sull’imposta. Ad esempio, con un TFR trasferito pari a 25.935 euro, il 6% deducibile corrisponde a 1.556,10 euro. Applicando l’aliquota IRES, il risparmio fiscale effettivo per l’azienda arriva a 399,03 euro. Questo vantaggio si aggiunge alle altre voci di risparmio già collegate al trasferimento del TFR, aumentando il beneficio complessivo.

Questa leva fiscale consente di pianificare meglio i costi aziendali e offre una maggiore flessibilità nella gestione economica dell’impresa. Ridurre il carico fiscale senza intaccare le prestazioni dovute ai dipendenti ti permette di investire le risorse risparmiate in aree strategiche, come l’innovazione o la formazione.

Sfruttare i benefici fiscali previsti dal trasferimento del TFR alla previdenza complementare è una scelta vantaggiosa che valorizza il ruolo dell’impresa, migliora la sostenibilità economica e rafforza il dialogo con i lavoratori in tema di previdenza e benessere futuro.

Quanto puoi risparmiare davvero con il trasferimento del TFR alla previdenza complementare

Il trasferimento TFR alla previdenza complementare può portare a un risparmio complessivo significativo, anche per realtà aziendali di piccole o medie dimensioni. Per comprendere meglio l’impatto di questa scelta, considera un’impresa con 15 dipendenti e una retribuzione annua lorda complessiva di 350.000 euro. Con un TFR maturato nell’anno pari al 7,41% di tale importo, il totale da trasferire al fondo ammonta a circa 25.935 euro.

Il primo beneficio riguarda il risparmio sul versamento al Fondo di Garanzia INPS, che equivale allo 0,20% delle retribuzioni annue lorde: in questo caso, 700 euro in meno da versare. Inoltre, l’azienda evita la rivalutazione obbligatoria del TFR accantonato, che prevede un tasso minimo dell’1,5% annuo maggiorato del 75% dell’inflazione: su un importo come quello indicato, il risparmio può superare i 360 euro.

A ciò si aggiunge la decurtazione degli oneri sociali pari allo 0,28% delle retribuzioni, corrispondente a un risparmio di circa 980 euro. Infine, la deduzione fiscale del 6% sul TFR trasferito comporta una riduzione dell’imposta di quasi 400 euro.

Sommando queste voci, puoi ottenere un risparmio complessivo superiore a 2.400 euro in un solo anno. E questo senza considerare eventuali vantaggi sulla rivalutazione del fondo pregresso. Il trasferimento del TFR alla previdenza complementare si rivela così una scelta vantaggiosa anche dal punto di vista economico, oltre che previdenziale.

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